Una casa energeticamente efficiente

Come si costruisce una casa moderna che consuma poca energia?

Il lavoro più antico del mondo? costruire un riparo, nel tempo siamo passati dalle caverne alle  confortevoli abitazioni moderne, ma se siamo capaci a surfare tra le pagine web del cyberspazio con il nostro smartphone in ogni momento della giornata, non abbiamo ancora imparato come realizzare case efficienti.

Dtabella energiaa qualche mese sono impegnato professionalmente in una importante ristrutturazione edilizia, un progetto ambizioso e stimolante. Dal punto di vista energetico, la villetta su tre piani consumerà mediamente 5 kWh/m2 anno, provate a guardare lo schema riportato o la certificazione energetica dell’appartamento in cui vivete e capirete quanta energia sprechiamo.

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Viaggio nel cuore dell’Africa – Don Musso Project

Un impianto fotovoltaico off grid per il Don Musso Project in Tainso

Un bel giorno, alla fine dell’anno scorso mi viene prospettata la possibilità di dover fare un viaggio in Ghana per curare l’installazione per conto della ONLUS torinese Amici dell’Oasi JB  di un piccolo impianto fotovoltaico in una zona rurale, non raggiunta dall’energia elettrica ne tanto meno dalle telecomunicazioni, Don Musso Project.

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E fu così che a metà aprile 2016 sono partito per la prima volta insieme a due altre persone per questo viaggio ricco di emozioni.

L’impatto con quella realtà del tutto nuova è stato di quelli indimenticabili, in Italia era poco più che primavera e sbarcato dall’aereo mi sono ritrovato in una afosa notte estiva, che mi ha ricordato alcune notti d’estate nel Salento.

Il progetto è consistito nel dimensionamento, fornitura e installazione di un impianto fotovoltaico in isola da 6 kWp, con un sistema di accumulo di circa 40 kWh ed un gruppo elettrogeno della potenza nominale di 12 kVA. I moduli utilizzati sono da 260 Wp della IBC solar, l’inverter fotovoltaico e il sistema per creare l’isola sono della SMA. 

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Crescita insostenibile

Ripropongo un articolo pubblicato su qualenergia.it firmato dal mio professore di Fisica 2 prof. Angelo Tartaglia del Politecnico di Torino che analizza e mette in evidenza come il sistema globale in cui viviamo fortemente legato all’energia ed al relativo consumo di materie prime non può andare avanti senza politiche energetiche ed economiche che vadano a braccetto: sostenibilità economica ed energetica.. In Italia è pura utopia .. nel resto del mondo non mi sembra che stiano molto meglio.

Le contraddizioni del nostro sistema economico quando si parla di green economy generano l’illusione di una sostenibilità mitica anziché reale. Per una crescita veramente sostenibile bisognerebbe invece affiancare allo sviluppo tecnologico anche politiche energetiche ed economiche coerenti. Un articolo di Angelo Tartaglia per la rivista QualEnergia.

http://www.qualenergia.it/articoli/20140807-crescita-insostenibile


Lo STATO non poteva non sapere

L’emergenza rifiuti a Napoli sembrava un problema locale, legato alla non corretta gestione del ciclo dei riufiti a causa di infiltrazioni mafiose che controllavano il territorio.

ecomafia1Il documento dell’Audizione-Schiavone-integrale-desecretato dell’ottobre del lontanissimo 7 ottobre 1997 lascia senza parole.

Ricordo quando agli inizi degli anni 90 nelle campagne intorno al mio paese tra Presicce, Acquarica ed Ugento venivano trovati abbandonati nella campagna dei fusti contenenti rifiuti pericolosi. Non si sapeva chi li aveva abbandonati, almeno questo è quello che riportavano i giornali. Centinaia di migliaia di lire e poi di euro per bonificare delle zone bellissime, avvelenate senza motivo.

Qualche giorno fa sul Corriere del Mezzogiorno c’era un articolo dal titolo: Il Salento diventa come Gomorra. Rifiuti speciali sepolti nei campi,  il giornalista scriveva: “uno scempio ambientale che porta la mente ad una delle speculazioni più drammatiche della storia italiana, i rifiuti sepolti nelle fosse e nelle cave tra Napoli e Caserta, controllate dal clan dei Casalesi, un fenomeno economico-criminale raccontato dallo scrittore napoletano Roberto Saviano nel best seller «Gomorra», diventato anche un film, per il quale vive da anni sotto scorta” alla luce del documento desecretato fa male pensare che questo scempio poteva essere fermato tanti anni fa, che in realtà lo scempio è proprio lo stesso di quello descritto da Saviano nei suoi libri. Il Salento da cartolina avvelenato dalle menti criminali il cui unico scopo è far crescere il clan e spartire i dividendi del loro malaffare.

Non fermandosi alle prime pagine dei motori di ricerca  compaiono altri articoli con le date che vanno indietro nel tempo: E’ il Salento il capolinea italiano dei rifiuti tossici.

E mentre scrivo queste brevi riflessioni un pentito salentino confessa che alcuni di questi fusti velenosi sono interrati intorno a Casarano.


Come ridistribuire al paese Italia i risultati positivi del fotovoltaico

Sul portale web Qualenergia.it Giovanni Simoni, presidente di Assosolare, scrive un interessante e stimolante articolo su come è possibile ridistribuire agli utenti finali i risultati positivi prodotti dall’investimento del paese Italia nel settore del fotovoltaico. I risultati positivi sono generati dal gas che il paese Italia non ha dovuto comprare dall’estero per poter alimentare le centrali elettriche di tipo tradizionale.

Propone inoltre 4 possibili scenari su quello che potrà ancora essere il settore fotovoltaico da qui a qualche giorno, quando il V Conto Energia arriverà al suo ultimo kWh incentivato.

Quei numeri del solare fotovoltaico che significano risparmio per il paese

A quanto ammonta il risparmio del gas importato a fronte di una determinata potenza FV e alla luce del costo annuo degli incentivi? Un’analisi economica dimostra la convenienza degli investimenti e della spesa in incentivi fatti finora e per quelli potenziali in futuro.

 


A tempo di record … in una corsa ad ostacoli senza fine

Gli ultimi miei anni professionali sono caratterizzati da innumerevoli sfide contro il tempo, che per fortuna fino ad ora sono sempre riuscito a vincere.
L’ultima è relativa alla costruzione di 4 capannoni di circa 7000 mq per una azienda agricola dell’estremo sud Italia, per la precisione a Portopalo di Capopassero.

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Osservazioni su un vecchio bando di gara per un fotovoltaico

Le polemiche e le voci che mi giungono dal paese natio .. fin qui nella parte più a sud di Italia (Portopalo di Capopassero), mi hanno spinto a rileggere i documenti relativi al bando di gara per la realizzazione di impianti fotovoltaici su proprietà del Comune di Alessano e la relativa convenzione firmata dalla ditta aggiudicataria ed il Comune stesso. Provo di seguito a fare un sunto, mettendo in evidenza i tanti errori commessi nello scrivere il bando e i tanti spazi lasciati a disposizione del vincitore della gara, ma non solo …

Nell’oggetto del bando si leggeva: “A tal fine, si intende individuare un soggetto che realizzi una serie di sistemi fotovoltaici che permettano di generare – in una modalità ecocompatibile e rinnovabile- almeno l’intera energia consumata in ragione d’anno dal Comune di Alessano”.
Per capire bene di cosa stiamo parlando cerchiamo prima di tutto di capire quale è l’energia consumata dal Comune di Alessano. A pag.2 del bando, nella paragrafo DESCRIZIONE troviamo una utile tabellina in cui sono riportati i mq e gli euro spesi all’anno in energia elettrica per l’immobile, che per semplicità di lettura riporto di seguito.

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Riflessioni e pensieri un pò confusi sulla politica industriale di un Paese che quasi non esiste più!

Torno a scrivere sul mio blog dopo tanto tempo, probabilmente troppo tempo. Tempo che è comunque servito ad elaborare pensieri, idee, stati d’animo.
Rileggo il titolo del mio blog e mi chiedo “Giovanni credi ancora che è possibile cambiare il mondo?“. L’esperienza in Serbia mi ha aiutato a cambiare prospettiva, a vedere le cose da un altro punto di vista. In questi mesi ho avuto la possibilità di confrontarmi con una realtà diversa, che tutte le volte che provavo a dire “in Italia stiamo vivendo un momento di crisi” la risposta era “Giovanni qui la crisi dura da oltre 20 anni e pure stiamo sopravvivendo … ce la farà anche l’Italia”. E poi ancora parlando con i miei amici/colleghi serbi mi esortavano a guardarmi bene intorno, di considerare loro dei privilegiati così da aprire gli occhi e riuscire a guardare oltre a quella che sembrava la normalità così da poter vedere la povertà, la disoccupazione. La loro maggiore preoccupazione principale era ed è che in Serbia dopo la guerra non c’era più nessuna grossa produzione, la disoccupazione ha raggiunto livelli altissimi. Ed io invece vedevo un gran fermento: zone industriali da inventare … città da urbanizzare, strade, ponti, ferrovie da realizzare … ho avuto la sensazione di un paese in movimento, in crescita nonostante i tanti problemi … primo tra tutti un tasso di disoccupazione altissimo. Tutto ciò mentre dall’Italia arrivavano notizie di possibile default tanto che la tentazione di non tornare in alcuni momenti è stata davvero forte.

Dopo questa breve parentesi riprendo i temi a me più cari: energia e sviluppo sostenibile, nel tentativo di esplicitare quello che credo poteva essere un volano per l’economia italiana ed invece a parte alcuni rari casi di successi industriali è stata solo una grande speculazione da parte dei soliti noti: le banche e i fondi di investimento. Speculazione resa possibile dalla mancanza da decenni di una classe dirigente capace di immaginare scenari diversi e programmare il futuro, stiamo vivendo il fallimento inesorabile di una inesistente politica industriale, scaricando le colpe sull’Europa e le sue regole di controllo della spesa.

Ma cosa c’entra questo ragionamento con l’energia e lo sviluppo sostenibile? Energia e sviluppo sostenibile erano le sfide da vincere … le nostre industrie, aziende produttive avrebbero potuto contare sulla liquidità generata dal Conto Energia per investire in ricerca e sviluppo per poter competere a livello globale con costi di manodopera difficilmente raggiungibili per un paese del vecchio continente. Siamo invece stati capaci solo di alimentare la speculazione.


L’espianto dei nostri ulivi e lo scempio del territorio

10 agosto 2011, ventosa mattinata di una strana estate, lettura del giornale accompagnata dal caffè e da un ottimo pasticciotto, la mia attenzione è attirata dal titolo: “L’espianto dei nostri ulivi e lo scempio del territorio” di Gianni Picella – delegato FAI. Il primo pensiero, ancor prima di leggere l’articolo è che parlerà del malsano commercio di alberi di ulivo dal Sud al Nord o del loro espianto per far posto alle tanto famigerate energie alternative … ed invece sorpresa delle sorprese leggo che gli ulivi vengono espiantati per far posto alle vigne, spianando di fatto la strada alla desertificazione della zona.

E la mia memoria è tornata a qualche settimana fa, mi sono ritrovato nella posta elettronica 18 DIA per 18 impianti fotovoltaici di potenza appena inferiore al  MegaWatt in provincia di Brindisi e quando ho realizzato su google earth di cosa si stava parlando la prima esclamazione è stata: “questi sono pazzi!“.

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