Sviluppo sostenibile per una co-scienza globale
Category : Sviluppo sostenibile
All’interno della terza edizione del Festival delle Scienze, intitolato ‘coScienza Globale. Ambiente, risorse, energia, povertà, dallo sviluppo sostenibile all’interdipendenza planetaria’ si è svolto il convegno "Obiettivi 2020: Scienza e tecnologia per l’ambiente. Il ruolo dell’innovazione nelle sfide ambientali. Le nuove frontiere dell’energia solare"
Il convegno si è svolto a Roma, promosso dalla Regione Lazio in occasione della terza edizione del Festival delle Scienze, ‘coScienza Globale. Ambiente, risorse, energia, povertà, dallo sviluppo sostenibile all’interdipendenza planetaria’ in programma una decina di giorni fa (fino al 20 gennaio 2008).
Tra i temi trattati: le nuove politiche ambientali per le tecnologie rinnovabili, le nanostrutture per le celle solari ibride, l’innovazione tecnologica nel fotovoltaico e il Polo Solare Organico del Lazio, i nuovi materiali per l’energia e l’ambiente e le nuove frontiere dello sviluppo ecosostenibile.
“Quando abbiamo iniziato a governare questa regione – spiega l’assessore regionale all’Ambiente Filiberto Zaratti – ci siamo guardati intorno e la situazione regionale e italiana era all’anno zero per ciò che riguarda le rinnovabili. Eravamo gli ultimi nella produzione di energia da fonti rinnovabili, i primi con una mobilità quasi esclusivamente privata e un patrimonio edilizio definibile come un colabrodo energetico. In più se volevamo invertire questa tendenza potevamo solo ricorrere a brevetti provenienti da altri paesi e non esisteva industria ma solo qualche artigiano installatore”.
Il professor Aldo Di Carlo ha quindi illustrato l’attività del Polo Solare Organico della Regione Lazio (Chose), istituito nel dicembre 2006 dalla Regione, attraverso il Dipartimento di Ingegneria Elettronica dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata.
“Gli obiettivi – ha detto Di Carlo – sono molteplici, da un lato il Polo si caratterizza per lo sviluppo di tecnologie di produzione di celle fotovoltaiche basate su materiali organici e su processi di fabbricazione innovativi, e dall’altro tende a promuovere il trasferimento di questa tecnologia verso una attività industriale incentrata sul fotovoltaico di tipo innovativo”.
Il professor Lukas Schmidt-mende, della Ludwig Maximillians University di Monaco, ha evidenziato i vantaggi dell’utilizzo delle nanostrutture per le celle solari ibride, mentre Giuseppe Pezzotti ricercatore del Kyoto Institute of Technology (Kit) ha riferito l’esperienza di un gruppo di scienziati e tecnologi italiani, ormai da molti anni completamente inseriti nell’ambito tecnologico giapponese.
“Nuovi dispositivi analitici sono stati inventati e brevettati – ha spiegato Pezzotti – con lo scopo principale di migliorare i processi di produzione industriale e di contribuire ad una maggiore efficienza sia nel controllo di qualità sia nella minimizzazione dell’impatto delle tecnologie avanzate sull’ambiente”.
Per Claudia Bettiol del Cda di Enea “la possibilità di raggiungere gli obiettivi europei al 2020 (20% energie rinnovabili, 20% aumento efficienza energetica e 20% riduzione emissioni climalteranti in atmosfera) si fonda su due condizioni legate alla capacità di accettare una visione dinamica, ma sostenibile, del rapporto fra uomo e natura e alla capacità di tornare a provare l’emozione ‘dell’azione’ abbassando la soglia in cui la paura dell’ignoto paralizza l’azione. Accanto alle questioni tecniche relative a nuovi modi di produrre, accumulare ed utilizzare energia, infatti, occorre considerare il modo in cui queste nuove tecnologie vengono realmente percepite e utilizzate dall’uomo. Da una parte innovazione scientifica, dall’altra le nuove tecnologie che utilizzano le scoperte scientifiche e le rendono fruibili ad un grande numero di persone. In questo senso anche gli interventi di risparmio e di efficienza energetica implicano un’azione del singolo individuo che modifica abitudini e comportamenti usuali introducendo nuovi stili di vita”.
Tratto da Quotidianocasa.it