La Norvegia fa lezione di fotovoltaico
Category : Energia
L’energia solare fotovoltaica sta assumendo una posizione sempre piu’ importante tra le energie rinnovabili e ci si aspetta che nel 2020 possa coprire l’aumento di consumo energetico mondiale, valutato in un tre, quattro per cento l’anno. A dare le ali al fotovoltaico contribuiscono vari fattori, quali la necessita’ di ridurre le emissioni di CO2, il rincaro dei combustibili fossili e quindi d’elettricita’, e dall’altra parte della bilancia, un’industria giovane in grado, con economie di scala e ricerca tecnologica, di ridurre i costi. Non va poi sottovalutato il fatto che le zone piu’ assolate sono le piu’ popolate, e quindi con maggior domanda di energia, e che l’energia solare non ha costi aggiuntivi di trasformazione, trasmissione e distribuzione. Inoltre non ci dovrebbe essere alcun problema per la quantita’ di materia prima utilizzata per fabbricare le wafer, le lamine che compongono le celle e i pannelli fotovoltaici. Si parte infatti dalla sabbia per ottenere alla fine un metallo, il silicio, principale componente delle wafer. Come gia’ accade per l’energia eolica anche per gli impianti fotovoltaci attualmente l’offerta non riesce a soddisfare la crescente domanda. A fare il bilancio del boom del mercato e’ Erik Thorsen, Presidente ed Amministratore Delegato della Rec, la societa’ norvegese leader nel settore fotovoltaico e prima al mondo per la produzione di wafer pluricristalline utilizzate nei pannelli fotovoltaici. La conferma del fiorente mercato e’ data dai fatti. Un primo impianto di produzione delle wafer norvegesi, installata nel 2003 a Heroia, e’ stato gia’ raddoppiato e si sono iniziati i lavori per crearne altri due. Le wafer uscite da questi impianti, dei sottilissimi foglietti quadrati molto fragili, hanno rifornito nel 2005 il 22% del mercato mondiale. Il prodotto dello stabilimento di Heroia viene spedito alle fabbriche di tutto il mondo: Asia, India, Europa, America. L’Italia e’ arrivata troppo tardi e rimane tra la fetta di mercato esclusa dalla fornitura delle wafer Rec. Cio’ che limita, tra l’altro, la produzione delle lamine e’ la ridotta disponibilita’ sul mercato mondiale di silicio purificato al 99,89% , componente principale delle wafer. Ci sono poche industrie specializzate nella purificazione del metallo e, in attesa della costruzione di nuova capacita’ produttiva, i prezzi del silicio purificato sono saliti alle stelle. A fare concorrenza alle wafer policristalline, meno care, ma anche meno efficienti in termini di produzione di elettricita’, ci sono le monocristalline. Il futuro pero’ dovrebbe sorridere alle prime. L’industria delle monocristalline e’ infatti matura, chiarisce Eric Gabrieslsen, responsabile dell’impianto di Heroia, mentre quella delle poli, ancora giovane basata su una nuova tecnologia, ha piu’ opportunita’ di ridurre i costi e affinare la tecnica. Per rendere piu’ competitivo il prodotto vari sono i fronti su cui si pensa di agire. Thorsen li elenca. Da un minor costo, grazie ad una riduzione dell’impiego del costoso silicio purificato, a foglietti sempre piu’ sottili, visto che il rendimento non cambia con lo spessore Per il futuro, poi si punta su un accresciuta produttivita’ degli impianti e di energia delle celle fotovoltaiche. [ANSA)