Inquinamento, energia e rifiuti. Italia, poche luci e molte ombre
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E’ una fotografia dell’Italia con molte ombre e poche luci quella scattata dall’Annuario Apat 2007 presentato oggi a Roma. L’agenzia nazionale per la protezione dell’ambiente e del territorio racconta di un paese sempre più inquinato, sempre più schiavo dell’automobile, sempre più incapace di ridurre i consumi energetici e la produzione di rifiuti. Tutti indicatori negativi non solo in assoluto, ma anche nella grande sfida per la riduzione delle emissioni di gas serra e la lotta ai cambiamenti climatici, ai quali i dati confermano che siamo tra i più vulnerabili, con il periodo dal 1981 al 2006 che ha registrato un 21 notti tropicali (ovvero con temperatura minima uguale o sopra 20 gradi) rispetto allo stesso periodo precedente.
Le uniche note rosa arrivano invece dalla situazione ecologica dei fiumi, che in linea di massima hanno una valutazione "ottima e buona", dei laghi, che si guadagnano un giudizio compreso tra "sufficiente e ottimo" e dei boschi, in crescita anche se il trend positivo ha subito un duro colpo con i 7.000 incendi avvenuti nei primi otto mesi del 2007.
Nel dettaglio, l’annuario Apat segnala il continuo sforamento dei limiti stabiliti per le polveri sottili (Pm10). Nel 2006 risultavano fuorilegge già a febbraio Milano, Torino,Venezia e Bologna; a marzo Roma; a giugno Genova e Firenze; a ottobre Bari. Sul banco degli imputati innanzitutto il trasporto su gomma, per il quale gli italiani detengono il record europeo di 43 milioni di veicoli (compresi motocicli e vetture commerciali), circa 0,74 per abitante. Nel 2006, rispetto al 1990, aumenta del 29% il trasporto stradale privato che arriva a costituire l’ 81,2% della domanda di trasporto passeggeri,
Dal 1990 al 2005 inoltre è cresciuto di oltre il 30% anche il trasporto merci. Quello su strada, come tutti si sono dolorosamente accorti in occasione del blocco dei Tir, costituisce circa il 70% del totale. Ma tante auto, oltre allo smog, significano anche tanto rumore che si va ad aggiungere a quello prodotto da altre attività. L’Apat ricorda come i cittadini segnalino disagi crescenti per attività commerciali e di servizio fonti di inquinamento acustico.
Tra le note di allarme anche l’aumento del consumo nazionale di energia ( 43,2% tra il 1990 e il 2006) e la produzione di rifiuti (dal 1997 al 2004 è cresciuta del 60%, passando da 87,5 milioni di tonnellate a poco meno di 140 milioni), alla quale la raccolta differenziata con le sue lentezze non riesce a tenere testa.
Tratto da laRepubblica.it