Nei paesi del Mediterraneo poche rinnovabili
Category : Energia
Articolo di Maurizio Matera, tratto da Villaggio Globale
Il fattore culturale e la mancanza di informazione adeguata sui temi dell’energia rinnovabile e delle diverse opportunità che essa offre specie a quelle parti di territorio non connesse alla rete, è uno dei maggiori vincoli
Facendo un rapido bilancio energetico dei paesi della sponda sud del Mediterraneo (Sem) si ricava un panorama variegato e differenziato. I diversi paesi hanno privilegiato il consumo delle risorse di cui sono più ricchi (gas e petrolio) portando decisamente la domanda energetica interna su queste fonti evitando di differenziare il mercato. I paesi che non hanno risorse proprie (Israele, Libano, Marocco) o ne hanno scarse (Turchia) cercano di avere consumi energetici suddivisi equilibratamente tra le diverse fonti, anche se la maggiore economicità di petrolio e gas condiziona fortemente le importazioni.
I Sem hanno dimostrato nell’ultimo decennio una crescita della domanda energetica in particolare nei settori residenziale e trasporti praticamente raddoppiato nell’ultimo ventennio in quasi tutti i paesi esenti da crisi belliche e, in misura minore ma comunque rilevante (1,7 volte) la domanda di energia per usi industriali.
Le barriere allo sviluppo dello sfruttamento delle fonti rinnovabili sono essenzialmente divisibili in quattro categorie: tecniche, economiche, amministrative e culturali (formative, organizzative).
Per i paesi dell’Unione Europea bisogna parlare prevalentemente di barriere tecnico economiche e di pesanti sistemi amministrativi, che rallentano il processo di concessione allo sfruttamento della risorsa, d’altro canto per i paesi africani si deve parlare di barriere economiche, di una forte componente culturale, che malvolentieri considera le risorse rinnovabili a scapito di soluzioni più economiche e tradizionali e di problemi autorizzativi connessi ad una burocrazia lenta e poco incline all’innovazione. La mancanza di tecnici per l’installazione e la manutenzione di impianti che utilizzano fonti rinnovabili è una delle cause degli alti costi di manutenzione e di scarsa diffusione.
La carenza sul territorio di adeguate strutture organizzative per la promozione e l’incentivazione delle fonti rinnovabili è un secondo motivo della scarsa diffusione di questi impianti. Un terzo è la totale mancanza di sensibilità verso le tematiche della salvaguardia dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile.
Nei Sem il fattore culturale e la mancanza di informazione adeguata sui temi dell’energia rinnovabile e delle diverse opportunità che essa offre specie a quelle parti di territorio non connesse alla rete, è uno dei maggiori vincoli: manca quel moto di consenso propositivo che potrebbe vantaggiosamente attivare i meccanismi di incentivazione finanziaria e collaborazione da parte della pubblica amministrazione.
In ogni caso, l’elemento certo è la crescita importante che aspetta la conversione delle fonti rinnovabili in elettricità nei prossimi anni, a motivo dei vincoli ambientali derivanti dai documenti di politica energetica sottoscritti dai paesi europei, così come dalle scelte operate a livello nazionale per il miglioramento delle prestazioni ambientali del parco di generazione.