La diffusione degli scaldacqua solari
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“Perchè mai negli ultimi anni gli scaldacqua solari si sono diffusi prima in Grecia e subito dopo in Austria e in Germania, mentre in paesi più soleggiati come Italia, Spagna, Portogallo stanno al palo?”1
Questa è una delle tante domande che Butera si pone e alla quale da una risposta abbastanza convincente, nel libro “dalla caverna alla casa ecologica”.
Secondo il professore Butera, il fattore economico da solo non è sufficiente a spiegare la diffusione in Germania e non in Italia dove le condizioni climatiche sono paragonabili a quelle della Grecia.
La rete del gas quasi inesistente, il costo dell’energia alto, la tipologia costruttiva delle abitazioni con il tetto piano rendevano l’installazione facile e poco costosa.
Ma non è solo questo: “l’industria che produceva gli impianti fu capace di organizzarsi e di mettere a punto prodotti affidabili e di qualità, promuovendo con successo un livello di diffussione tale da innescare un fenomeno culturale. In Grecia (e lo stesso è avvenuto in Turchia e,prima ancora, a Cipro) l’impianto solare per la produzione di acqua calda è, a tutti gli effetti, considerato un’apparecchiatura domestica; quando si mette su casa si acquista la cucina, il frigorifero e lo scaldacqua solare. Oggi in Grecia l’energia elettrica costa quanto nel resto d’Europa, e cominciano a diffondersi le reti del gas, ma ormai la cultura dell’acqua calda solare si è affermata”.
In questo momento, invece la diffusione nel centro Europa è legato alla cultura della difesa dell’ambiente. Dove non c’è la convenienza economica interviene la coscienza ambientale.