Clima, il Wwf dà i voti ai Paesi G8
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Per tutti i parametri di Kyoto sono lontani dall’essere soddisfatti Analizzati anche i cinque maggiori Paesi in via di sviluppo
Il Wwf boccia gli Stati Uniti e promuove la Germania. Alla vigilia del G8, l’organizzazione stila per il terzo anno le climate scorecards, le pagelle sulle politiche climatiche elaborate in collaborazione con il Gruppo Allianz. Una fotografia dello stato dell’attenzione per il clima degli otto Paesi più industrializzati, una vera e propria classifica in materia di "sensibilità ambientale". Ultimi gli Usa, appunto, preceduti nell’ordine da Canada, Russia, Italia, Giappone, Regno Unito, Francia e Germania.
Se l’attenzione verso le sorti del pianeta e il protocollo di Kyoto può essere sintetizzata con un’immagine – una sorta di "termometro" scandito come un semaforo dal rosso, dal giallo e dal verde – è preoccupante che, sommando i vari parametri, nessuno dei membri del G8 arrivi al verde. Anche la politica climatica tedesca, la migliore tra le otto, è gravata dalle alte emissioni legate all’uso di carbone e lignite per produrre elettricità. E, secondo il Wwf, ha bisogno di ulteriori provvedimenti per raggiungere i parametri di Kyoto.
Obiettivo "completamente fuori portata" per gli Usa, spiega il rapporto: gli Stati Uniti infatti detengono il record negativo delle emissioni più alte e sono fortemente dipendenti da carbone e petrolio. L’Italia, dal suo quinto posto, è caratterizzata da una percentuale di emissioni "medio/basse per un paese industrializzato" che tuttavia potrebbero aumentare. La dipendenza italiana dal petrolio, invece, sta fortunatamente diminuendo. L’obiettivo di tagliare le emissioni di gas serra entro il 2020 è definito dal Wwf "ambizioso".
Tra gli altri Paesi, la Russia si segnala per l’ampio utilizzo di gas naturale, che avviene però con un basso grado di efficienza, e per la crescita prevista delle emissioni per i prossimi anni. Giappone e Francia hanno bassi livelli di emissione, grazie al ricorso al nucleare: una scelta che, nonostante questo risultato, il Wwf "non considera una politica perseguibile".
Pagelle speciali sono state stilate per i G5, i cinque Paesi in via di sviluppo ammessi al G8 tedesco che si terrà in Germania dal 6 all’8 giugno. Brasile, Cina, India, Messico e Sudafrica presentano infatti condizioni e peculiarità molto diverse da quelle degli "otto grandi", come per esempio l’impossibilità per ampie fette della popolazione di accedere all’energia. Eppure i G5 cominciano a porsi il problema dell’impatto ambientale del loro sviluppo: molti dipendono da petrolio e carbone, dunque – quasi volessero evitare di correre ai ripari una volta giunti ai livelli degli "otto" – stanno già studiando strategie per rallentare l’aumento delle emissioni.