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Crescita insostenibile

Ripropongo un articolo pubblicato su qualenergia.it firmato dal mio professore di Fisica 2 prof. Angelo Tartaglia del Politecnico di Torino che analizza e mette in evidenza come il sistema globale in cui viviamo fortemente legato all’energia ed al relativo consumo di materie prime non può andare avanti senza politiche energetiche ed economiche che vadano a braccetto: sostenibilità economica ed energetica.. In Italia è pura utopia .. nel resto del mondo non mi sembra che stiano molto meglio.

Le contraddizioni del nostro sistema economico quando si parla di green economy generano l’illusione di una sostenibilità mitica anziché reale. Per una crescita veramente sostenibile bisognerebbe invece affiancare allo sviluppo tecnologico anche politiche energetiche ed economiche coerenti. Un articolo di Angelo Tartaglia per la rivista QualEnergia.

http://www.qualenergia.it/articoli/20140807-crescita-insostenibile


Riflessioni e pensieri un pò confusi sulla politica industriale di un Paese che quasi non esiste più!

Torno a scrivere sul mio blog dopo tanto tempo, probabilmente troppo tempo. Tempo che è comunque servito ad elaborare pensieri, idee, stati d’animo.
Rileggo il titolo del mio blog e mi chiedo “Giovanni credi ancora che è possibile cambiare il mondo?“. L’esperienza in Serbia mi ha aiutato a cambiare prospettiva, a vedere le cose da un altro punto di vista. In questi mesi ho avuto la possibilità di confrontarmi con una realtà diversa, che tutte le volte che provavo a dire “in Italia stiamo vivendo un momento di crisi” la risposta era “Giovanni qui la crisi dura da oltre 20 anni e pure stiamo sopravvivendo … ce la farà anche l’Italia”. E poi ancora parlando con i miei amici/colleghi serbi mi esortavano a guardarmi bene intorno, di considerare loro dei privilegiati così da aprire gli occhi e riuscire a guardare oltre a quella che sembrava la normalità così da poter vedere la povertà, la disoccupazione. La loro maggiore preoccupazione principale era ed è che in Serbia dopo la guerra non c’era più nessuna grossa produzione, la disoccupazione ha raggiunto livelli altissimi. Ed io invece vedevo un gran fermento: zone industriali da inventare … città da urbanizzare, strade, ponti, ferrovie da realizzare … ho avuto la sensazione di un paese in movimento, in crescita nonostante i tanti problemi … primo tra tutti un tasso di disoccupazione altissimo. Tutto ciò mentre dall’Italia arrivavano notizie di possibile default tanto che la tentazione di non tornare in alcuni momenti è stata davvero forte.

Dopo questa breve parentesi riprendo i temi a me più cari: energia e sviluppo sostenibile, nel tentativo di esplicitare quello che credo poteva essere un volano per l’economia italiana ed invece a parte alcuni rari casi di successi industriali è stata solo una grande speculazione da parte dei soliti noti: le banche e i fondi di investimento. Speculazione resa possibile dalla mancanza da decenni di una classe dirigente capace di immaginare scenari diversi e programmare il futuro, stiamo vivendo il fallimento inesorabile di una inesistente politica industriale, scaricando le colpe sull’Europa e le sue regole di controllo della spesa.

Ma cosa c’entra questo ragionamento con l’energia e lo sviluppo sostenibile? Energia e sviluppo sostenibile erano le sfide da vincere … le nostre industrie, aziende produttive avrebbero potuto contare sulla liquidità generata dal Conto Energia per investire in ricerca e sviluppo per poter competere a livello globale con costi di manodopera difficilmente raggiungibili per un paese del vecchio continente. Siamo invece stati capaci solo di alimentare la speculazione.


Errori di progettazione

In questi giorni dolorosi, per quanto accaduto in Giappone: terremoto, tsunami, contaminazione nucleare è stato un susseguirsi di commenti da parte di illustri ed illuminati esperti della salute che hanno evidentemente perso il senso del loro ruolo. Per l’illustre Veronesi, ex ministro della Repubblica ed illustre oncologo, riesce a partorire una moratoria sul nucleare adducendo come motivazione che Fukushima sia stato il primo grave incidente di progettazione nucleare della storia. Per Veronesi l’errore di progettazione sta nel fatto che chi ha progettato la centrale ha tenuto conto di tsunami di minore intensità.

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