Come lievitano i costi del nucleare
Category : Nucleare
Articolo tratto da QualEnergia.it
Le nuove centrali nucleari Usa costeranno il quadruplo di quanto previsto solo due anni fa. E mentre qualche società gira le spalle all’atomo, in Florida i consumatori pagheranno già dall’anno prossimo le future centrali da costruire.
Negli Stati Uniti i costi più alti del previsto di materiali e manodopera stanno mettendo a rischio il cosiddetto “rinascimento nucleare” ancora prima che inizi. Le stime delle spese per le nuove centrali che si vorrebbero costruire lievitano infatti con il passare dei mesi. I costi promessi dai conctractors che si sono proposti per la costruzione degli impianti due anni fa, circa 2000 dollari per kilowatt di potenza, da allora ad oggi si sono moltiplicati. Ad influire sulle spese di costruzione oltre all’aumento dei prezzi di materiali come l’acciaio, il cemento e il rame, il “collo di bottiglia” è su certi grandi componenti che possono venir realizzati solo in alcuni impianti al mondo e soprattutto i costi dei prestiti. I finanziatori, infatti, a causa dell’incertezza sui tempi di realizzazione, causati da burocrazia e politica, pretendono interessi particolarmente alti.
A giugno 2007 un report dell’istituto di ricerche Keystone Center, a partire dai dati forniti dalle industrie del nucleare, stimava il costo di costruzione di una nuova centrale tra 3.600 e 4.000 dollari per kilowatt di capacità. Nell’ottobre dello stesso anno un dossier di Moody’s, "New Nuclear Generation in the United States", calcolava una spesa maggiore: realizzare una nuova centrale secondo l’autorevole società di consulenza sarebbe costato tra i 5 e i 6.000 $/kW. Cifre tutt’altro che definitive e da rivedere alla luce dei futuri prezzi dei materiali e di altri fattori.
Le ultime stime sono quelle fatte dai contractors impegnati nella costruzione di reattori in Florida. Progress Energy per costruire due reattori sulla costa ovest dello stato valuta un costo di 14 miliardi di dollari, ai quali ne vanno aggiunti altri 3 per le infrastrutture di distribuzione: cioè 7.700 $/kW. La Florida Power & Light prevede invece per costruire due nuovi reattori a Turkey Point, nel sud dello stato, una spesa di 24 miliardi di dollari, un costo per kilowatt di 8.000 $. Cifre che sono il quadruplo di quanto previsto due anni fa.
Così diverse aziende cambiano idea sui loro progetti nucleari: all’inizio di quest’anno la MidAmerican Nuclear Energy Co. ha rinunciato a costruire una centrale in Idaho, dopo aver speso – riporta Grist.org – 13 millioni di dollari per lo studio di fattibilità. “I consumatori si aspettano prezzi dell’energia ragionevoli (…) e siamo giunti alla conclusione che non ha senso economicamente proseguire al momento con questo progetto” era stata la dichiarazione con cui i vertici dell’azienda avevano annunciato la rinuncia a costruire l’impianto.
Il costo dell’elettricità fornita dalle nuove centrali nucleari, secondo le stime fornite a EnergyBiz da Jim Harding del Keystone Center, sarà di 30 centesimi di dollaro per kWh per i primi 12 o 13 anni finché non verranno ammortizzati i costi di costruzione, dopo di che scenderà a 18 cents. Una tariffa assolutamente poco competitiva, visto che il prezzo medio del kWh sul mercato Usa nel 2007 è stato di 8,9 cents, e che, ritiene Harding, “sarà duro far pagare quando il solare a concentrazione e l’eolico hanno già un costo unitario di circa 14 centesimi di dollaro”.
Ma i costi – ancora incerti – delle centrali in costruzione negli Usa qualcuno li dovrà pagare ancora prima che il primo kWh venga prodotto. In Florida, grazie ad una legge introdotta da due anni, i consumatori inizieranno a pagare per le centrali anni prima che entrino in funzione. Così gli utenti di Progress Energy – riporta il St.Petersburg Times – già dall’anno prossimo pagheranno 9 $ al mese in più su ogni bolletta per coprire i costi dei due reattori in costruzione, che continuano ad aumentare.