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Category : Esempi da seguire
© Matteo Clerici per NEWSFOOD.com – Pubblicata il 04.02.09
L’idea di un imprenditore di Lodi: ogni anno ritira 30.000 chili di panettoni e colombe con i quali produce 40.000 kilowatt di energia elettrica
Nuovo modo di sfruttare i panettoni. In una cascina del Lodigiano, gli scarti e ciò che rimane delle feste natalizie vengono usati in maniera alternativa. Panettoni, ma anche altri alimenti scaduti come latte, yogurt, pane, brioches, tè e succhi di frutta, maionese e alici, diventano preda dei batteri metageni che convertono la miscela in biogas, e quindi energia.
L’idea, che coniuga felicemente guadagno economico e rispetto per l’ambiente, è di Giuliano, imprenditore di 45 anni con una laurea in agraria e discendente da una famiglia di agricoltori di Lodi: «Qui abbiamo trattato lo scorso anno circa 3 milioni e mezzo di alimenti non più commerciabili, producendo in tutto 7 milioni 200mila chilowatt, quanto basta per le esigenze di un paese di 3mila 500 persone», afferma.
La dinamica del procedimento è semplice. Il frullato ottenuto dalla spremitura degli alimenti (circa l’8% del cibo finisce in spazzatura), separato da plastica ed altri residui, viene messo in cinque pentoloni da mille metri cubi l’uno. All’interno dei contenitori, si sviluppa una temperatura di 55 gradi, ideali per sviluppare la proliferazione dei batteri che, al termine, di un periodo di 45 giorni, hanno trasformato il tutto in biogas. Tale gas sale nella parte alta (e vuota) dei recipienti, viene aspirato da un tubo e poi convogliato in un gasometro. Da lì passa nell’impianto frigo per raffreddarsi e infine nei motori, a bruciare, producendo il vapore che un alternatore trasforma in movimento e quindi in energia elettrica, che viene immessa in rete e venduta al mercato
In un’altra delle cascine di famiglia si ha un diverso impianto di riciclo. Le biomasse da coltivazione (mais, grano o scarti di frutta e verdura) sono ridotti in poltiglia e «affidati» ad un tipo di batteri capaci di trasformare il composto in metano, lasciando come scarto un liquido ottimo come concime organico per i terreni.