Efficienza e sufficienza energetica
Category : Efficienza e risparmio energetico
E’ possibile ridurre i consumi totali di energia e di quanto? Il punto sulla questione, vitale anche per consentire alle rinnovabili di giocare un ruolo significativo nel futuro panorama energetico, è di Lorenzo Pagliano, direttore dell’end-use Efficiency Research Group (eERG), del Politecnico di Milano.
Il Libro Verde della Commissione Europea afferma: “fare di più con meno”. Ma potremmo anche dire: “fare meglio con meno”? Ciò che mette in evidenza Pagliano è la necessità di ottenere due risultati: l’efficienza negli usi finali e la sufficienza negli usi totali di energia, per ridurre il consumo energetico complessivo e l’impatto ambientale totale.
La tumultuosa crescita dell’economia cinese è l’esempio per capire qual è la portata del problema energetico a livello mondiale: a questi tassi di crescita (8% annuo) nel 2030 il paese asiatico avrà bisogno di 100 milioni di barili di petrolio al giorno (oggi la produzione totale è di 84 milioni b/g e per molti osservatori si è già nella fase di picco).
L’obiettivo che molti ritengono necessario è di raggiungere un consumo pro-capite di 1 tonnellata equivalente petrolio (tep) all’anno. Un traguardo difficile se pensiamo che negli Stati Uniti è di 7 tep e in Europa di 5 tep, ma non impossibile come ha dimostrato per i consumi elettrici il recente rapporto eERG commissionato da Greenpeace (link): si possono stabilizzare i consumi di elettricità italiani al valore attuale con un notevole beneficio economico e creando 60.000 posti di lavoro per 14 anni.
Pagliano cita i risultati riportati dalla Danimarca, primo paese nell’UE a introdurre obbligatoriamente la certificazione energetica degli edifici già negli anni ’80. Oltre a sviluppare un’industria avanzata dei componenti edilizi e impiantistici (finestrature, controlli meccanici ed elettronici, protezioni solari, ecc.), con un notevole incremento delle esportazioni, la Danimarca ha potuto sperimentare politiche e strategie in tema energetico che oggi hanno condotto il governo del paese scandinavo ad approvare (gennaio 2007) l’elaborazione di un nuovo Piano Energetico che si propone di mantenere stabili i consumi attuali fino al 2025, grazie ad un obiettivo di risparmio dell’1,7% annuo, ma continuando comunque a far crescere il PIL.
Come? Incrementando l’obbligo di risparmio per le compagnie elettriche e del gas, fornendo incentivi alla costruzioni di edifici a basso consumo, raddoppiando gli investimenti in ricerca, sviluppo e diffusione, sviluppando il trasporto su rotaia, incrementando l’uso delle rinnovabili.
Il direttore di eERG presenta anche i risultati del programma “Greenbuilding” della Commissione europea che puntava a migliorare l’efficienza energetica e all’utilizzo delle fonti rinnovabili negli edifici non residenziali: le percentuali di risparmio ottenute vanno dal 33 al 40%. I tempi di ritorno dell’investimento in media non superano i 4 anni e il costo del kWh di energia primaria risparmiato è di poco superiore a 1 centesimo di euro.
tratto da qualenergia.it