Il fotovoltaico crescerà del 30%
Category : Comunicazione
E’ il risultato atteso per il 2008. Ci confortano gli obiettivi di Kyoto e le indicazioni dell’Unione europea. Il Gse per il fotovoltaico ha fatto meglio di istituzioni e strutture di altri Paesi con le stesse funzioni. I Certificati Verdi per il fotovoltaico non vanno bene fin quando non scenderanno i prezzi dei pannelli.
di Jacopo Giliberto
“È un periodo positivo per il fotovoltaico. Secondo i dati diffusi il 14 gennaio dal Gestore dei servizi elettrici – afferma Gianni Chianetta, presidente dell’Assosolare – i risultati possono sembrare inferiori alle attese. In realtà bisogna considerare che essi comprendono il primo e il nuovo Conto Energia, cioè tutto il periodo di svolta rispetto al pre-conto energia, e quindi la valutazione complessiva è positiva”.
Chianetta, cosa prevede per il settore fotovoltaico?
Nei prossimi anni ci aspettiamo tassi significativi di crescita. Il risultato positivo conseguito finora ha il valore di una fase di start-up, e nello start-up va considerato anche il 2008, perché nei prossimi mesi dovremo affrontare, per esempio, molte problematiche autorizzative.
Si spieghi meglio.
Direi che, in sostanza, manca la conoscenza del settore, perfino da parte di funzionari pubblici, oltre al fatto che gli ingranaggi sono rallentati da una certa inerzia. Ed alcune Regioni non si sono ancora “svegliate” sul fotovoltaico.
Un esempio?
La Regione Sicilia. Il fotovoltaico ha in Sicilia il terreno ideale ed è un’opportunità per l’isola e i siciliani. Al contrario ci sono altre Regioni, come la Puglia, che hanno raggiunto ottimi risultati.
Poi lavoreremo con le Sovrintendenze, che spesso con troppa facilità bloccano il processo autorizzativo. Comunque, per quest’anno, ci aspettiamo una crescita del settore intorno al 30%.
Non pecca di ottimismo?
Con il nuovo Conto energia, i nuovi i impianti vengono registrati al Gse dopo il loro completamento. Ci sono molti impianti fotovoltaici realizzati, ma non ancora collaudati né registrati.
Vede segnali di una nascita imprenditoriale?
Certo. Sono nate molte aziende nella filiera produttiva del fotovoltaico. Ci sono, ad esempio, molte nuove realtà imprenditoriali nel segmento dell’assemblaggio delle celle e dei pannelli. Inoltre, ci sono dei “colossi” che stanno investendo nel settore e questo fa acquistare fiducia e solidità.
C’è poi un altro elemento da considerare. Tra i più grossi produttori internazionali di “inverter” ci sono aziende italiane che esportano e raccolgono numeri significativi all’estero. Lo sviluppo di un mercato giovane in Italia è un’opportunità per queste aziende, il cui mercato non deve limitarsi all’export.
Dunque ci sono già parecchie migliaia di occupati in questa filiera e sta nascendo una nuova economia legata al fotovoltaico. Speriamo di continuare ad avere il sostegno del Governo, qualunque esso sia, perché abbiamo bisogno di stabilità. Soprattutto in un momento così delicato per il mercato. Certo, ci confortano gli obbiettivi di Kyoto e le indicazioni dell’Unione europea.
E’ stato importante il ruolo del Gestore dei servizi elettrici?
Molto e continuerà a esserlo. Il Gse è citato anche all’estero come esempio e modello perché ha fatto meglio di istituzioni e strutture di altri Paesi con le stesse funzioni. Ha allestito un sito web funzionale, ha risorse a disposizione, svolge un ruolo di chiarimento; ha una forte capacità di informare ed infine un ruolo importante anche nei confronti del Governo. A tutto quanto sta facendo il Gse vogliamo contribuire con il nostro Osservatorio. L’osservatorio Onefa, organizzato con Nomisma, potrebbe essere completato da una “commissione dei garanti” che riunisca rappresentanti del Governo e di quelle istituzioni che hanno un ruolo importante nello sviluppo del fotovoltaico (per esempio i Ministeri dello Sviluppo economico e dell’Ambiente) ed anche le associazioni ecologiste.
Due le funzioni che dovrà assolvere questa Commissione: la prima riguarda la valutazione della metodologia per la certificazione e il rilevamento dei dati; la seconda l’approvazione del rapporto annuale dell’Osservatorio. Il rapporto Onefa avrà un taglio più attento al mercato, con una scansione fino alla scala provinciale e una mappatura dei vari processi autorizzativi, purtroppo diversi nelle Regioni.
Un cenno ai certificati verdi, Chianetta.
Per il fotovoltaico non vanno bene. Ne abbiamo discusso con gli amici dell’associazione tedesca BSW (l’Associazione dell’industria solare tedesca ndr) con cui abbiamo dato vita al Network delle Associazioni Nazionali del Fotovoltaico (NNPVA).
Questa organizzazione, che mette insieme tedeschi, polacchi, francesi, spagnoli, greci, il Gifi dell’Anie e i produttori industriali dell’Epia, ha confermato che per il fotovoltaico serve il Conto Energia, non il Certificato Verde. Quando i prezzi dei pannelli scenderanno, solo allora il Certificato Verde potrà dare un contributo importante.
Fonte: Gse, Gestore nazionale rete elettrica