Viaggio nel cuore dell’Africa – Don Musso Project

Viaggio nel cuore dell’Africa – Don Musso Project

Un impianto fotovoltaico off grid per il Don Musso Project in Tainso

Un bel giorno, alla fine dell’anno scorso mi viene prospettata la possibilità di dover fare un viaggio in Ghana per curare l’installazione per conto della ONLUS torinese Amici dell’Oasi JB  di un piccolo impianto fotovoltaico in una zona rurale, non raggiunta dall’energia elettrica ne tanto meno dalle telecomunicazioni, Don Musso Project.

handling

E fu così che a metà aprile 2016 sono partito per la prima volta insieme a due altre persone per questo viaggio ricco di emozioni.

L’impatto con quella realtà del tutto nuova è stato di quelli indimenticabili, in Italia era poco più che primavera e sbarcato dall’aereo mi sono ritrovato in una afosa notte estiva, che mi ha ricordato alcune notti d’estate nel Salento.

Il progetto è consistito nel dimensionamento, fornitura e installazione di un impianto fotovoltaico in isola da 6 kWp, con un sistema di accumulo di circa 40 kWh ed un gruppo elettrogeno della potenza nominale di 12 kVA. I moduli utilizzati sono da 260 Wp della IBC solar, l’inverter fotovoltaico e il sistema per creare l’isola sono della SMA. 

La mia esperienza in Ghana

Nonostante una accurata e meticolosa pianificazione fatta in Italia prima della partenza, l’impegno sul campo si è sin da subito rilevato impegnativo sia per il caldo che per problemi oggettivi dovute alla soluzione costruttiva scelta per realizzare il tetto. Lavorare sul tetto individuato sulla carta, perfettamente esposto a sud era impossibile. Le coperture sono state tutte realizzate con dei fogli di lamiera sottilissimi, sui quali era impossibile anche solo appoggiarsi sia perchè resa rovente dal sole sia perchè non adatta a sopportare anche il minimo peso: a quelle latitudini non sanno cosa sia il carico neve.

Installazione Ghana Tainso

Il piccolo impianto servirà a fornire l’elettricità necessaria al funzionamento del complesso di edifici scolastici ed una piccola clinica realizzati dalla ONLUS.

Al di là dell’impegno tecnico per realizzare e mettere in servizio l’impianto il viaggio è stato ricco di scoperte, dalla più semplice ed immediata come può essere il cibo al reperimento di qualche chiodo o vite degne di questo nome. Andando in giro per le strada del Ghana ed in particolari di Suniany è tutto un susseguirsi di banchetti e di gente che prova a vendere qualsiasi tipo di bene vendibile. Ma è soprattutto il pane che ha colpito la mia attenzione. confezionato nella pellicola trasparente con l’etichetta “Bread of Life”, un po’ troppo dolce per i miei gusti, ma buono per la colazione di un europeo.

Subito dopo il pane, l’altra cosa che ha attirato la mia attenzione è stato il cibo da strada o street food: se in Europa è una moda moderna, in Ghana ho avuto la sensazione che si tratti di una usanza quanto meno vecchia se non antica, soprattutto lungo le vecchie strade coloniali che collegano le città più importanti del paese africano.

street food GhanaNel primo viaggio in Ghana per qualche giorno sono tornato ad uno stile di vita molto spartano, saltando a volte anche il pranzo, essendoci stato proibito dai medici italiani di mangiare il cibo che loro acquistano e mangiano regolarmente. Nel secondo viaggio di novembre, necessario per mettere in servizio l’impianto e partecipare alla cerimonia di consegna della clinica alla curia di Suniany, ho assaggiato il loro cibo, dal Koose al foufou con sugo di gallina preparato per il compleanno di Ernest di sabato 12 novembre, per non parlare del pranzo della domenica: un filone di pane con della maionese condiviso con il più semplice dei gesti e che è simbolo di condivisione.

Alcune considerazioni:

  1. la politica è ovunque uguale, agli inizi del mese prossimo ci saranno le elezioni presidenziali in Ghana, alla cerimonia di consegna della clinica hanno partecipato tutte le più importanti cariche tra cui un parlamentare ed un esponente del governo che hanno promesso strade e illuminazione pubblica per tutti.
  2. gli effetti della colonizzazione sono ancora evidenti e la fase di globalizzazione del mondo che stiamo vivendo non aiuta, i poveri restano poveri e sfruttati, le risorse naturali sono “proprietà” dei grandi gruppi mondiali che non hanno nessun interesse a far crescere e sviluppare l’economia dei posti che sfruttano. Ma i miei amici ghanesi hanno le idee molto chiare, probabilmente di difficile attuazione, ma loro ci credono e questo è già un buon punto di partenza.
  3. conosco poco e non frequento gli ambienti religiosi, ma devo dire che i salesiani in Ghana mi hanno lasciato una buona impressione: fanno un importantissimo lavoro lavorando con i ragazzi e la loro istruzione scolastica e professionale.
  4. Quasi tutte le persone ghanesi che ho conosciuto hanno più volte affermato che in Europa si annoiano, che al massimo possono venire per passare un paio di settimane di ferie. Loro sono felici per quello che hanno ed ogni piccolo passo avanti è una gioia incredibile.

Tutti i viaggi sono momento per riflessioni, scoperte e sintesi personali, ogni viaggio cambia la mia prospettiva sul mondo.

In questo viaggio i compagni di viaggio sono stati molteplici: Christian, Ernest, Daniel, Pier, Giacomo, Ricky … e tanti altri che hanno reso questa esperienza indimenticabile.

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