Il mercato dei certificati verdi. Il loro valore attuale e di prospettiva
Category : Efficienza e risparmio energetico
Il meccanismo dei certificati verdi come modello di incentivazione dell’energia prodotta da impianti alimentati da fonti rinnovabili, ha dato dimostrazione, nel quinquennio 2002-2006, di potere essere effettivamente in grado di avviare lo sviluppo di tali fonti. Per centrare, però, gli obiettivi fissati dall’Europa (vedi magazine n. 2 area Normativa/Governance) occorre correggere alcune criticità emerse, spingendo maggiormente sull’acceleratore dell’obbligo di immissione in rete dell’energia da fonti rinnovabili, riequilibrando il mercato della domanda ed offerta di tali certificati.
Il meccanismo dei certificati verdi nel quadro normativo regolatorio
Con il recepimento della direttiva 96/92/CE( recante ”norme comuni per il mercato interno dell’energia elettrica") tramite il D.Lgs. 79/99 (cosiddetto Bersani) è stato introdotto un nuovo strumento di incentivazione dell’elettricità prodotta da fonti rinnovabili, basato sull’obbligo, a carico dei produttori ed importatori di energia elettrica prodotta da fonti non rinnovabili, di immettere nel sistema elettrico nazionale (a decorrere dal 2002) una quota minima di elettricità prodotta da impianti alimentati a fonti rinnovabili entrati in esercizio dopo la data del 1/4/1999. La quota percentuale (inizialmente fissata nel 2 % per ciascun operatore) viene calcolata sulla base della produzione e delle importazioni da fonti non rinnovabili dell’anno precedente, decurtate dell’elettricità prodotta in cogenerazione, dei servizi ausiliari di centrale e delle esportazioni, con una franchigia di 100 GWh. I soggetti all’obbligo possono adempiervi immettendo in rete elettricità prodotta da fonti rinnovabili oppure acquistando da altri produttori appositi titoli (detti “Certificati Verdi” – CV) comprovanti la produzione dell’equivalente quota. I suddetti titoli, sono emessi dal Gestore dei Servizi Elettrici (GSE) a favore dei produttori di energia da fonte rinnovabile, su richiesta di questi ultimi e previa qualificazione “IAFR” degli impianti (ovvero Impianti di produzione energia elettrica alimentati da Fonti Rinnovabili)
Con tale sistema si è creato, quindi, un mercato in cui la domanda è data dai produttori ed importatori soggetti all’obbligo (e la cui quota è stata progressivo incrementa elevata di 0,35 punti percentuali annui, nel triennio 2004 – 2006, dal D.Lgs. 387/03 che ha stabilito un annuale di), mentre l’offerta è costituita dai produttori di elettricità con impianti in possesso dei certificati verdi. Le transazioni possono avvenire mediante contratti bilaterali o attraverso una piattaforma di negoziazione costituita presso il Gestore del Mercato Elettrico.
L’analisi del valore di mercato del periodo 2002-2006
Quindi, come anticipato sopra, il CV non è altro che un titolo al portatore che ha un determinato valore stabilito dal mercato, in base ad una contrattazione fondata sulla domanda ed offerta.
Ovviamente, ai nastri di partenza del meccanismo (ossia nel 2002), si doveva fornire agli operatori indicazioni utili ai fini della valutazione del possibile prezzo di collocamento dei loro certificati verdi. Allo scopo, e per coprire una domanda inizialmente di gran lunga superiore all’offerta, si è stabilito di assegnare i certificati verdi anche all’energia rinnovabile prodotta dagli impianti Cip 6/92 entrati in esercizio dopo il 1/4/1999, facendo in modo che il GSE emettesse a proprio favore tanti CV quanto bastava a coprire l’offerta, ed immettendoli sul mercato (esclusivamente attraverso la piattaforma del GME) ad un prezzo di offerta determinato in base alla differenza tra l’onere di acquisto della relativa elettricità ed i proventi derivanti dalla sua vendita.
Inoltre, ai sensi dell’art. 5 del D.M. 24/10/2005, qualora dovesse verificarsi un eccesso di offerta di certificati verdi causato da un mancato adeguamento dell’obbligo, il GSE è tenuto ad acquistare i CV in eccesso, limitatamente a quelli che hanno terminato il periodo triennale di validità, al medesimo valore del prezzo di offerta dei certificati verdi emessi dal GSE a proprio favore.
Come si può ben capire, il GSE è un attore fondamentale per il corretto funzionamento del meccanismo, in quanto oltre ad essere responsabile dell’emissione dei CV stessi agli operatori degli impianti IAFR e verificare che siano adempiuti gli obblighi degli operatori da fonti non rinnovabili, determina, di fatto, il valore di mercato di riferimento dei CV.
In questi primi anni di funzionamento del meccanismo si è assistito ad un aumento del prezzo dei certificati verdi del GSE, passato dagli 84,18 €/MWh del 2002 ai 137,49 €/MWh del 2007, facendo registrare una crescita del 63%, anche se occorre tenere presente che, a gennaio 2008, è ancora pendente presso il Consiglio di Stato il giudizio promosso dall’AEEG per l’impugnazione della sentenza del TAR Lombardia, dal quale l’eventuale ripristino della delibera AEEG n. 249/06 determinerebbe un aggiornamento al ribasso del prezzo di riferimento dei certificati verdi per l’anno 2007.
Le ragioni di tale incremento vanno ricercate principalmente nel progressivo aumento del costo medio di ritiro dell’energia Cip6 (dai 134,39 €/MWh del 2002 ai 197,21 €/MWh del 2007), particolarmente significativo negli ultimi quattro anni, per effetto sia della crescita del costo evitato di combustibile, sia dello spostamento del mix di impianti CIP6 a fonti rinnovabili e rifiuti verso le tipologie a più alta remunerazione (biomasse e rifiuti).
Anno |
Costo medio ritiro energia Cip 6 | Ricavo medio cessione energia Cip 6 | Prezzo di offerta CV del GSE |
(€/MWh) | (€/MWh) | (€/MWh) | |
2002 | 134,39 | 50,21 | 84,18 |
2003 | 137,76 | 55,36 | 82,40 |
2004 | 148,41 | 51,03 | 97,39 |
2005 | 159,09 | 50,17 | 108,92 |
2006 | 180,29 | 55,01 | 125,28 |
2007 | 197,21 | 59,72 | 137,49 |
Detto ciò occorre passare agli aspetti negativi registrati di recente.
Infatti, fino all’anno 2005, il GSE ha sempre immesso nel mercato un quantitativo di CV per colmare il deficit di offerta versus la domanda degli stessi CV, provenienti dai produttori/importatori di energia elettrica soggetti all’obbligo immettere. Dal 2006, invece, il GSE non ha venduto alcun CV nella propria disponibilità ai fini della copertura della domanda, sia a causa del fatto che l’offerta di CV dei soggetti privati cresce a un tasso superiore a quello dell’obbligo, sia per effetto della disponibilità residua dei CV relativi agli anni 2004 e 2005 non ancora utilizzati dagli operatori.
Inoltre, sulla base delle autocertificazioni fornite dai produttori e importatori, si prevede per il 2007 una domanda pari a 112.000 certificati verdi, inferiore addirittura a quello registrato per il 2006 (nonostante l’aumento della quota di obbligo da 2,70% a 3,05%) a causa dell’incremento delle importazioni ammesse dal GSE come rinnovabili (riconoscimento delle importazioni rinnovabili da Francia, Slovenia e Svizzera).
In aggiunta, per quanto riguarda l’offerta dei Certificati per la domanda del 2007, al 31/10/2007 risultano ancora disponibili oltre 10.000 CV relativi agli anni 2004 e 2005, e sono inoltre già stati emessi ben 84.000 CV relativi all’anno 2007.
Le correzioni richieste dagli operatori del settore e la Finanziaria 2008
In una situazione di crescita dell’offerta che si sta rivelando progressivamente esuberante rispetto alla domanda, gli operatori degli impianti a fonti rinnovabili hanno richiesto al legislatore delle correzioni al meccanismo in grado di fare decollare le rinnovabili nel mercato (liberalizzato) dell’energia.
La finanziaria 2008 (Legge 24 Dicembre 2007, n. 244 – vedi anteprima nel magazine n. 4 area Normativa/Governance), a detta stessa dell’Associazione dei Produttori di Energia da Fonti Rinnovabili (APER), ha sostanzialmente accolto le richieste di correzione, infatti:
1) È stato definito un valore del CV ad hoc per tipologia di fonte (mediante la definizione di appropriati coefficienti da applicare al valore di riferimento del GSE);
2) E’ stata aumentata la quota incrementale annua della quota di immissione di energia da rinnovabili per il periodo 2007-2012 (dallo 0,35% allo 0,75%)
Molto interessante risulta quanto riportato nel collegato alla finanziaria, tramite la Legge 29 novembre 2007, n. 222 di conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 1° ottobre 2007, n. 159 (recante “interventi urgenti in materia economico-finanziaria, per lo sviluppo e l’equità sociale”), relativamente al valore di riferimento dell’energia elettrica da impianti alimentati da biomasse e biogas derivanti da prodotti agricoli, di allevamento e forestali, ivi inclusi i sottoprodotti, ottenuti nell’ambito di intese di filiere corte (cioè ottenuti entro un raggio di 70 chilometri dall’impianto che li utilizza). Il coefficiente di moltiplicazione del valore di riferimento dei CV è di 1,8, il quale può essere aggiornato, ogni tre anni, con decreto del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, assicurando la congruità della remunerazione ai fini dell’incentivazione dello sviluppo delle suddette fonti.
Riportiamo anche il fatto, anche se non è strettamente inerente al tema del valore dei CV, che, a richiesta del produttore di energia da rinnovabili, l’impianto a filiera corta può avere diritto ad a una tariffa fissa omnicomprensiva (prezzo di ritiro dell’energia elettrica e valore del CV) pari a 0,30 euro per ogni kWh, per un periodo di quindici anni
Conclusioni
Dalla trattazione svolta emerge che il meccanismo d’incentivazioni dell’energia elettrica da fonti rinnovabili è potenzialmente in grado di sostenere la crescita delle fonti rinnovabili stesse nel mix delle fonti energetiche, a patto di monitorare i risultati delle correzioni appena effettuate e con la prontezza, da parte del legislatore, di rimodularle, in funzione dello scopo di permettere alle rinnovabili di stare efficaciemente nel mercato energetico.
Link:
1. http://www.gsel.it/ita/fontirinnovabili/BollettiniEnergia/BollettinoCV30_06_07.pdf
2. http://www.gsel.it/biblioteca/documenti/10019_10037_10036_20071107_COMUNICATOSTAMPA_PREZZOCV2007.PDF
3. http://www.aper.it/newsite/images/stories/Inteventi/aper%2013_12_2006%20iir.pdf
4. http://www.mercatoelettrico.org/It/Default.aspx
Tratto da research4energy.it