Costi, banche e burocrazia: ecco perché il fotovoltaico non decolla

Costi, banche e burocrazia: ecco perché il fotovoltaico non decolla

Category : Energia

di Vincenzo Caccioppoli da affaritaliani.it

A scorrere i dati che si riferiscono al numero di impianti fotovoltaici installati sul territorio italiano, si può ben dire che il mese di Agosto ha registrato un vero e proprio boom. Dopo qualche mese di comprensibile assestamento, perciò sembra che i generosi incentivi promossi  dal conto energia del febbraio 2007 comincino a mostrare i loro primi effetti anche nel nostro paese. Secondo gli ultimi dati forniti dal GSE (25 agosto 2008), infatti, gli impianti fotovoltaici (vecchio e nuovo conto energia) entrati in esercizio sono in totale, 15.122 per una potenza pari a 170,8 MW: 100,2 MW (4.807 impianti) per il vecchio conto energia e 70,6 MW (10.315 impianti) per il nuovo conto energia. Sempre secondo i dati del gestore elettrico, considerando il boom di questi ultimi 30 giorni perciò si rileva come dall’inizio dell’anno risultino operativi ogni settimana circa 226 impianti e una potenza di 2,7 MW, in media circa 11-12 MW al mese. Per quanto riguarda invece le singole regioni, invece, sempre in base ai dati ufficiali del GSE al 30 agosto 2008, la Lombardia è sempre in testa per potenza installata con circa 18,8 MW e anche per numero di impianti (2.360), ma vicinissime sono ora l’Emilia Romagna con 18,5 MW e la Puglia con 18 MW.

Anche se in base ad un calcolo sul rapporto abitanti/impianti, effettuato dalla rivista Quale energia, la regione in testa risulta essere il Trentino Alto Adige, seguito da Umbria, Marche ed Emilia Romagna. Eppure malgrado questi dati che manifestano sicuramente una crescita considerevole del settore, il nostro paese è ancora molto indietro rispetto a paesi come Spagna e soprattutto Germania che sta per raggiungere il considerevole obiettivo del 15 % di energia totale prodotta da fonti rinnovabili quali sole e vento.

Vediamo allora di capire quali sono i motivi che determinano questo cronico ritardo in un paese come il nostro che avrebbe, per caratteristiche geografiche e territoriale, le condizioni ideali (sopratutto se rapportate a quelle presenti proprio in Germania) per lo sviluppo di fonti rinnovabili quali fotovoltaico ed eolico. Innanzitutto il primo problema è dato dai costi elevati della costruzione degli impianti che vanno nel nostro paese dai 5.000 ai 7000 euro a Kilowattore di potenza istallato per il fotovoltaico, a causa del costo elevato silicio, primario materiale delle celle fotovoltaiche e del tipo di materiali adottati per i cosiddetti moduli.

Ma su questo si potrebbe agire facilmente sia aumentando la produzione di silicio anche nel nostro paese senza ricorrere per forza di cose all’importazione, come qualcuno sta gia facendo, sia impiegando nuove tecniche, come i film sottili o le celle a concentrazione, che già stanno sviluppandosi in Cina e Germania, e sia ancora agendo, come ha fatto di recente la Germania stessa sugli incentivi adottati dallo Stato. Perché gli incentivi a pioggia, si sa, possono avere anche un effetto negativo sullo sviluppo equilibrato dei un settore piuttosto nuovo, come quello delle energie rinnovabili, attirando infatti nello stesso speculatori e investitori dell’ultima ora, poco attenti allo sviluppo energetico sostenibile e ben più attenti invece a monetizzare le generose offerte del gestore elettrico.

Secondo aspetto molto critico è rappresentato dal lungo iter burocratico ed autorizzativo, ma questa non è certo una novità nel nostro paese. In alcune regioni, come la Puglia, si sta arrivando al paradosso del blocco autorizzativi di tutti i nuovi impianti, sia per il numero eccessivo di domande e sia per i vincoli ambientali, che alcuni comuni sembrano voler mettere alla costruzione di impianti troppo grandi sul loro territorio. E non è finita qui perché in molti comuni anche dopo aver superato l’iter burocratico autorizzativo ed aver costruito l’impianto si verificano ritardi ingiustificabili per l’allaccio alla rete di distribuzione da parte dell’Enel, requisito indispensabile per poter accedere ai finanziamenti.

E last but not least i finanziamenti bancari, che sembrano francamente tutto tranne che agevolati, come alcune banche vogliono far credere. Le banche, infatti, propongono tassi di interesse più o meno a livello di mercato (euribor + uno spread che è variabile ma non scende quasi ami al di sotto dell’1%), anche se mascherati con qualche tecnicismo bancario poco noto ai più, che promette un investimento a “costo zero” per un impianto fotovoltaico, omettendo di dire però che il costo, o meglio il rischio, zero forse è soprattutto per gli istituti di credito. Perché la banca infatti “potrebbe” anche finanziare l’intero importo, a patto però che il ricavato (per l’energia prodotta e remunerata dal Conto Energia) venga fatto affluire direttamente alla banca, in tutto o in parte.

Ecco perché il fotovoltaico, al di là delle tante belle parole da parte di Governo ed enti locali sulla sua efficacia e sulla sua assoluta necessita per ovviare ai problemi energetici sempre più pressanti, nel nostro paese stenta ancora cosi tanto a decollare.