Data center, bollette da pagare ed emergenze climatiche

Data center, bollette da pagare ed emergenze climatiche

Tecnologie di raffreddamento inadeguate, costi dell’energia in crescita, compliance ‘ambientali’ molto severe… Sui data center si stanno addensando nubi cariche di problemi. Gartner ha infatti previsto che nel 2008 il 50% dei data center oggi operativi a livello mondiale non riusciranno a ospitare al loro interno, per problemi infrastrutturali, le soluzioni tecnologiche più innovative come i rack ad alta densità in grado di installare server, apparati di rete e appliance sempre più potenti ed ‘energivori’. Tanti sono i fattori che concorrono a questo problema. Il primo può sembrare molto banale, ma a un’attenta valutazione non lo è: il costo dell’energia.

La società di ricerche stima che il costo della bolletta dell’elettricità ormai pesa per una quota paragonabile al 5% del budget IT, la quale nei prossimi due/tre anni potrebbe raddoppiare se non addirittura triplicare. A oggi questo costo in molte organizzazioni risulta essere nascosto, anzi molto spesso l’energia consumata per mantenere i sistemi dei data center non è direttamente imputata al budget IT, ma affogata insieme alle bollette degli altri settori aziendali nella voce ‘costi generali’. Molto presto la situazione potrebbe cambiare, molte aziende concentrate sull’ottimizzazione dei costi potrebbero mettere in atto una ripartizione dei costi energetici più realistica e quindi la voce ‘bolletta elettrica’  potrebbe fare la sua comparsa nei budget IT… E per far posto al nuovo arrivato si rischia di dover tagliare su attività di sviluppo e costi di manutenzione.

Aumenta la bolletta: perché?
A parte i costi delle materie prime utilizzate per la produzione di energia (petrolio e metano in primis per quanto riguarda l’Italia) i fattori che spingeranno verso l’alto i consumi di energia nei data center sono altri. Il fattore principale è, secondo Gartner, il fatto che la potenza di elaborazione installata in un data center cresce mediamente di un fattore 8%-10% all’anno e questo può avere diverse implicazioni a seconda della tipologia dei sistemi installati nel data center. Se per esempio l’ambiente è costituito principalmente ancora da server tradizionali in configurazione tower, una politica rivolta alla ricerca di una maggiore efficienza energetica può spingere la scelta di migrare parte dei vecchi server nei rack che ospitano i blade server. Questo produce un lieve risparmio energetico diretto per quanto riguarda il consumo dei sistemi, che però può essere vanificato da un dimensionamento non adeguato del sistema di condizionamento dell’aria.

Se però il data center è già costituito principalmente da blade server e lo spazio a disposizione si sta esaurendo, ecco che allora la scelta quasi obbligata diventa quella di aumentare la densità di potenza di elaborazione installata nei rack. Questo per esempio vorrà dire, prima o poi, passare da rack in grado di ospitare apparati con una potenza complessiva di 30 KW a modelli da 50KW o superiori. Ebbene oltre all’aumento di energia richiesta per alimentare i nuovi rack, bisognerà potenziare il sistema di raffreddamento e questo significa un maggiore consumo di energia. Questa soluzione, viste le attuali tecnologie di raffreddamento ad aria condizionata generalmente utilizzate, risulta oggi troppo costosa e in molti stanno cercano delle alternative.

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