L’impianto a BIOGAS da digestione anaerobica delle BIOMASSE a Presicce

L’impianto a BIOGAS da digestione anaerobica delle BIOMASSE a Presicce

Cos’è la DIGESTIONE ANAEROBICA?

E’ un processo biologico mediante il quale le sostanze organiche (biomasse) vengono “digerite” e trasformate in BIOGAS, in un ambiente privo di aria all’interno di serbatoi perfettamente chiusi. Il biogas è un gas naturale in cui è presente metano che può essere utilizzato nei motori (come quelli installati sulle automobili a metano) per produrre energia elettrica. Dalla digestione delle biomasse, dopo aver prodotto il biogas, si ottiene del fertilizzante naturale che può essere utilizzato in agricoltura. È un pertanto un processo paragonabile alla digestione che avviene nel corpo umano: che dopo aver mangiato e Esempio di biodigestoredigerito produce/genera gli stessi prodotti. Come per il corpo umano il digestore anaerobico non può ingerire materiali velenosi: perché la digestione si fermerebbe e non ci sarebbe più produzione di biogas, proprio come nel corpo umano. L’impianto di digestione anaerobica di Presicce rappresenta la migliore soluzione esistente nel campo della sostenibilità ambientale. Esso infatti riutilizza materiali naturali di scarto dandone nuova vita come fertilizzanti agricoli e biogas.

COLLOCAZIONE DELL’IMPIANTO

La collocazione è prevista nei pressi dell’area industriale di Presicce, nei pressi degli impianti di depurazione dell’acquedotto pugliese e della società che tratta i liquami dei pozzi neri. Dal certificato di destinazione urbanistica rilasciato dal Comune di Presicce, il terreno oggetto dell’intervento, non risulta gravato da vincoli paesaggistici o di altro genere.

Collocazione Biodigestore Presicce

COME SI PRESENTA un impianto di DIGESTIONE ANAEROBICA?

Possono essere realizzati in vari mSchema impianto biodigestioneodi ma la soluzione più diffusa si presenta come nell’immagine a sinistra. Nel caso di Presicce è prevista la realizzazione in acciaio e non in cemento, in modo da poter recuperare l’acciaio a fine vita dell’impianto.

LE SOSTANZE ORGANICHE UTILIZZATE NEGLI IMPIANTI DI DIGESTIONE ANAEROBICA
Partendo dall’analogia con l’essere umano, l’impianto può utilizzare solo sostanze organiche “DIGERIBILI” quali: – Scarti dell’alimentazione umana – Residui della lavorazione di prodotti agricoli – Scarti dell’industria conserviera – Scarti dell’industria lattiero casearia – Paglie – Sansa vergine di olive – Acqua di vegetazione (Santina) – Reflui da allevamento bovino, suino, ovino… – Scarti della macellazione – Vinacce derivanti dalla produzione del vino…

 

EMISSIONI:

L’impianto avrà una potenza elettrica pari a circa 1,6 MW paragonabili a circa 15 automobili di media cilindrata, alimentate a METANO. LE EMISSIONI DI PARTICOLATO SONO PRATICAMENTE INESISTENTI in quanto il biogas è composto da metano e come per gli autoveicoli a metano il particolato emesso è trascurabile. Anche le emissioni di NOx sono molto contenute. Sono di gran lunga inferiori a 450 millesimi di grammo per metro cubo. Anche il TRAFFICO di automezzi che frequentano l’impianto è contenuto: si parla di meno di 15 unità medie giornaliere tra camion, trattori e automobili.
Dallo studio presentato e approvato dall’ARPA, le emissioni dovute all’impianto NON INTRODUCONO rilevanti alterazioni ambientali.

IMPIANTI PRESENTI IN EUROPA

Diffusione impianti biodigestione in europaLa Germania è la nazione che per prima ha dato maggiore impulso alla realizzazione di impianti di DIGESTIONE ANAEROBICA (ne sono stati installati più di 2300).

LE FASI DI FUNZIONAMENTO DI UN IMPIANTO DI DIGESTIONE ANAEROBICA

il materiale organico (sansa, scarti dell’alimentazione umana e animale, reflui zootecnici, ..) viene inserito nel digestore o fermentatore, viene digerito in ambiente chiuso ermeticamente, si produce il biogas che va a un generatore a biogas che produce energia elettrica. Il liquame che si ottiene dopo la fermentazione viene separato in acqua e parte solida. L’acqua in parte viene reimmessa nel ciclo e in parte viene utilizzata in fertirrigazione come la parte solida. Lo schema in alto schematizza il processo appena descritto.

ALCUNI MITI DA SFATARE:

1. L’impianto produce biogas e NON BRUCIA BIOMASSE ma le “DIGERISCE”.

2. Si utilizzano scarti organici, che altrimenti diventerebbero rifiuti, e si producono biogas e fertilizzanti.

3. Si possono “DIGERIRE” sansa e acqua di vegetazione che attualmente vengono sparsi sui terreni agricoli.

4. Le emissioni di odori sono limitatissime e contenute da filtri a legna imposti dall’ARPA.

5. NON si utilizzano risorse idriche. L’impianto è in grado di estrarre l’acqua dal materiale organico e di renderla disponibile per la fertirrigazione.

Enti che hanno dato l'autorizzazione