Mini eolico a rischio

Mini eolico a rischio

Category : Energia

articolo tratto da qualenergia.it

Nei prossimi giorni all’esame del Senato il Ddl 691. Tra gli emendamenti in discussione quello che riguarda l’incentivazione degli impianti sotto al MW. I rischi per il mini eolico secondo un’azienda del settore

Nei prossimi giorni sarà esaminato nell’aula del Senato il Ddl 691, il disegno di legge che prevede una serie di misure volte a rilanciare e completare il processo di liberalizzazione del settore energetico e a razionalizzare l’approvvigionamento sviluppando il risparmio energetico e le fonti rinnovabili (testo in discussione al Senato).
Tra gli emendamenti proposti che saranno in discussione al Senato c’è l’art.1-bis (norme per l’incentivazione dell’energia elettrica da fonti rinnovabili), a firma di Ronchi, Ferrante ed altri 13 senatori, che fa emergere un forte elemento di novità sul sistema di incentivazione da adottare a partire dal 2008: in conto energia per impianti con potenze inferiori a 1 MW e al mantenimento dei meccanismo dei certificati verdi per quelli superiori a 1 MW di potenza, ma con un’estensione a 15 anni del periodo di rilascio degli stessi.

In merito al meccanismo del conto energia (sotto il MW) viene proposta una tariffa di 22 centesimi per il kWh prodotto da fonte eolica. La bontà dell’iniziativa rischia però di ridimensionare il ruolo di alcune tecnologie. Infatti, secondo Jonica Impianti, un operatore attivo da 15 anni nella tecnologia del mini eolico in Italia, ritiene che questa proposta potrebbe inficiare lo sviluppo della generazione distribuita da rinnovabili e l’industria del settore, con un particolare riferimento alle piccole turbine eoliche.
A questo proposito riportiamo la comunicazione che la società ci ha fatto pervenire e che affronta questo particolare aspetto in discussione sul Ddl 691.

Comunicazione di Pietro Lecce (Jonica Impianti Soc. Coop.)
“… Il disegno di legge, accomuna la tecnologia del mini eolico (fino a 100 kW) a quella del grande eolico (fino a 1 MW) fissando le stesse tariffe a kWh prodotto.
Il tema della microgenerazione distribuita non è stato compreso a nostro avviso: i favorevoli alle fonti rinnovabili dovrebbero dare maggiore considerazione a un modello di sviluppo che mette insieme più soluzioni. Lo sviluppo congiunto di piccolo e grande eolico è possibile.
Le due tecnologie sono complementari in termini di siti, benefici alla rete elettrica e di potenzialità di investimento, facendo avvicinare, in tal modo, i piccoli e i grandi investitori.
Aumenterebbe, in tal modo, la massa degli investimenti nelle rinnovabili, distribuendo benefici nei territori dove la presenza della piccola e media impresa italiana si coniuga con la potenzialità eolica, in particolare nel sud Italia.
La microgenerazione distribuita da fonte eolica si sviluppa incentivando la vendita diretta al distributore, così come si fa con il conto energia applicato al fotovoltaico.
Non si capisce perché la logica di incentivazione applicata al fotovoltaico non possa essere mutuata anche per il mini eolico (fino a 100 kW di potenza unitaria e con ridotto impatto ambientale, date le minori altezze delle torri di sostegno).
Jonica Impianti chiede al governo italiano e a tutti gli enti e associazioni coinvolti (tra cui in primis ANEV, APER, Greenpeace, Italia Nostra, Kyoto Club, Legambiente, LIPU, WWF, ecc.), di attivarsi perché non passi questa logica e vengano invece intraprese vere e reali azioni di incentivazione della microgenerazione distribuita da fonte eolica, anziché far valere interessi lobbistici estranei alle esigenze dell’industria italiana.
Deve essere dato diverso valore al prodotto realizzato (il kWh), perchè diverso è il valore aggiunto in termini ambientali: la proposta di Jonica Impianti è quella di valorizzare la produzione di energia elettrica immessa nelle reti nazionali di bassa tensione (microgenerazione distribuita), in quanto si tratta di elettricità consumata tutta in loco, con un benefico effetto sulle stesse reti nazionali.
Tale maggior valore tecnico deve tradursi in maggior valore commerciale, riprendendo l’approccio della delibera n° 34/2005 dell’Autorità per l’Energia, che riconosce un valore mediamente doppio al prezzo del kWh prodotto da microgenerazione."