New York, le ricette ecologiste delle metropoli

New York, le ricette ecologiste delle metropoli

Category : Ambiente

di Mario Calabresi da LaRepubblica.it

Da ieri sera l’Empire State Building è completamente illuminato di verde (*), simbolo del sogno del suo sindaco di trasformare la capitale dei grattacieli nella metropoli più ambientalista d’America. Michael Bloomberg ci crede davvero e per lanciare un segnale al mondo ha chiamato a Manhattan gli amministratori di 46 grandi città per presentare progetti realistici contro il riscaldamento globale.

Al “C40 Climate Summit” non si mette in discussione il cambiamento climatico, ma l’aumento delle temperature, l’intensificarsi degli uragani e lo scioglimento dei ghiacci vengono considerati un dato acquisito. Qui ci si concentra sui rimedi. Bloomberg non ha dubbi: “Ci siamo accorti tutti che il clima è diventato imprevedibile, le estati più lunghe e più calde, e non è solo una sensazione, è una realtà. Lo chiamano riscaldamento globale, ma l’impatto è locale”. 250 rappresentanti delle metropoli più grandi del mondo, da Pechino a Città del Messico, da Parigi a Tokyo fino al Cairo, cercheranno di indicare come renderle più verdi, vivibili e come tagliare le emissioni di gas, attraverso interventi e ricette pratiche e immediatamente realizzabili.

Le città coprono l’uno per cento della superficie della Terra, ospitano la metà della popolazione mondiale, ma consumano i tre quarti dell’energia del pianeta. Per questo Bloomberg, insieme a Bill Clinton, dopo un primo vertice con 20 sindaci due anni fa a Londra, ha immaginato che debbano essere le metropoli a guidare il cambiamento, spingendo i governi ad agire su scala nazionale e facendo accordi con le grandi aziende. Perché bisogna dimostrare, questa una delle tesi del convegno, che oltre a combattere le minacce per la vita e i costi per la salute, curare l’ambiente può aiutare gli affari, l’economia e aumentare l’occupazione.

Bloomberg, che sta puntando tutto sull’ambiente, tanto da esserne diventato uno dei tre paladini americani insieme ad Al Gore e al governatore della California Arnold Schwarzenegger, ha presentato un ambiziosissimo progetto per rendere New York la città più verde degli Stati Uniti. “I nostri conti – ha spiegato – sono a posto, possiamo investire subito centinaia di milioni di dollari in 127 progetti”: dalla nuova metropolitana all’obbligo di costruire case che risparmino energia, da un milione di alberi piantati in città, a 290 nuovi parchi giochi per bambini, fino alle coltivazioni di cozze nell’Hudson River e nella baia per ripulirle le acque dall’inquinamento. E soprattutto, seguendo l’esempio del sindaco di Londra Ken Livingstone, pensa ad un ticket di 8 dollari per entrare a Manhattan in auto.

Una strategia molto apprezzata, tanto che si parla sempre di più di Bloomberg candidato alle elezioni presidenziali: un sondaggio di ieri mattina lo indica come il sindaco più amato dai newyorchesi (batte 56 a 29 Rudolph Giuliani) e il loro ideale inquilino della Casa Bianca.

Il discorso chiave del summit lo terrà però mercoledì sera un ex presidente: Bill Clinton, la cui fondazione – La Clinton Climate Initiative – ha già avviato programmi pilota con alcune metropoli ed è tra gli sponsor dell’iniziativa.

L’unica città italiana presente è Roma: l’assessore all’ambiente Dario Esposito discuterà domani insieme ai rappresentanti di Chicago, Delhi e Tokyo e a James Murdoch (il figlio del magnate dei media Rupert che ha contribuito ad organizzare il summit), e presenterà il progetto “Roma per Kyoto”, finanziato dalla capitale e dalla comunità europea e finalizzato a ridurre il traffico e i rifiuti.

La maggior parte delle città invitate ha una popolazione superiore ai cinque milioni di abitanti, ma sono state fatte eccezioni per città più piccole che possano presentare esperienze positive e progetti già realizzati. Seattle, per esempio, è la città al mondo con più “palazzi verdi”, costruiti in modo da ridurre i consumi energetici, e l’amministrazione cittadina ha tagliato i suoi del 60 per cento. Il sindaco Greg Nickels racconta come il suo municipio sia in grado di utilizzare l’acqua piovana per innaffiare i giardini e per far funzionare le toilette: “Risparmiamo più di tre milioni e mezzo di litri d’acqua all’anno”.

Toronto usa la bassa temperatura dell’acqua del lago Ontario per creare aria condizionata; Berlino, cambiando le lampadine e migliorando gli impianti, ha ridotto di un quarto la bolletta energetica in 1.400 palazzi; la città di Portland, soltanto sincronizzando i tempi dei semafori di 135 incroci, è riuscita a risparmiare benzina corrispondente a 15mila tonnellate di anidride carbonica all’anno e Barcellona ha stabilito che ogni abitazione nuova o ristrutturata abbia la metà dell’acqua calda prodotta dai pannelli solari. Sindaci visionari e all’avanguardia hanno capito che il consenso si conquista anche su temi d’avanguardia, e così San Francisco o Melbourne fanno da battistrada per l’energia solare e Copenaghen sfrutta al meglio il vento del Mare del Nord, garantendo con l’energia eolica i bisogni di 150mila case danesi.

(*)Andando a visitare il sito dell’Empire State Building ho scoperto che c’è un programma completo in base alle manifestazioni che si svolgono in città di diversi colori di illuminamento del grattacielo.